Roma, 2 dicembre 2006

"Quella italiana non è stata un'occupazione, ma l'aiuto ad un popolo in cerca di futuro". Con queste parole il presidente del Consiglio Romano Prodi, ha accolto a Ciampino gli ultimi militari italiani rientrati da Nassiriya.

"In Iraq resta ancora molto da fare ed è la politica a dover agire" - ha proseguito nel suo intervento Prodi - dopo il ritorno in Italia del tricolore ammainato ieri .

Siamo tutti orgogliosi dei nostri soldati. Lo dico davanti alle alte cariche della Difesa, alle Forze armate ma, soprattutto, lo dico a tutta l'Italia". Ha aggiunto Prodi. Secondo il Premier, "l'umanità e il coraggio dei nostri soldati sono noti a tutti, ma è giusto ricordarlo proprio oggi. Oggi - ha concluso - che si vede come quella bandiera ammainata ieri continua a sventolare in alto".

Ad accompagnare il rimpatrio dei militari, il ministro della Difesa, Arturo Parisi insieme al capo di Stato Maggiore della Difesa, l' ammiraglio Giampaolo Di Paola, con la teca all' interno della quale il Tricolore ammainato ieri a Nassiriya.


A riceverli una delegazione del Governo e del Parlamento con in testa il presidente del Consiglio, Romano Prodi. Insieme al professore , tra gli altri, i ministri Melandri e Bindi, i presidenti delle commissioni Difesa di Camera e Senato, Pinotti e De Gregorio, altri parlamentari ed esponenti del Governo. Presenti anche tutti i vertici delle Forze armate.

La bandiera di guerra del Primo Reggimento bersaglieri - con il suo comandante, un alfiere e due sottufficiali di scorta - ha preso posto all'interno di una compagnia di formazione composta da bersaglieri della stessa Brigata Garibaldi.

La Compagnia, con il gruppo bandiera, si è quindi allontanata dalla pista, sfilando davanti alle autorità con il tradizionale passo di corsa, al suono della fanfara. Il gruppo bandiera è composto dal comandante del Primo Reggimento, il colonnello Giuseppenicola Tota, dal tenente Alessandro Pinelli e dai marescialli Salvatore Lo Casto e Gianfranco Tatoli.